Scorrano: Capitolo Gi.Fra.
RELAZIONE  DI  FINE  MANDATO

13 MAGGIO 2016

Ciao a tutti! Per tre anni ogni settimana avete ricevuto un mio messaggio con lo stesso inizio: ciao a tutti! E’ il saluto universale che rivolgiamo ogni giorno a chiunque: ai nostri amici, ai nostri compagni, alla nostra famiglia; ecco parchè ho scelto queste parole: per farvi sentire a casa, accolti e abbracciati, senza formalismi, sempre.

Vi osservavo l'altro giorno mentre attaccavate il vostro pezzettino di puzzle, ogni vostra qualità più bella, ogni vostro dubbio, ogni vostra lacrima ed ogni vostro sorriso erano racchiusi in un pezzo di carta, necessario per comporre l'intera immagine: il nostro amato convento, ancora di salvezza e roccia solida imbattibile davanti ad ogni tempesta.

Trentasette pezzi di puzzle. Trentasette cuori che battono all'unisono. Trentasette coppie di occhi, di mani e di piedi che compongono la nostra bellissima fraternità. Facciamo insieme un passo indietro di tre anni, quando mi è stato chiesto una sera di novembre nella cantina di Laura da tutto il vecchio consiglio, di sostituire la mia metà come presidente.

Eravamo sempre trentasette ma completamente diversi, quasi sconosciuti l'uno con l'altro: a tenerci insieme solo l'affetto fraterno e le mura del convento come collante, le stesse mura che oggi sentiamo così lontane, quasi come se la colla si stesse staccando.

Padre Sabino Perrillo, con la sua creatività, con i suoi dubbi e la sua vena artistica, anche se in pochi mesi, ci ha insegnato a scoprire sempre la bellezza di ogni cosa; padre Paolo dal canto suo, oberato d'impegni in quanto guardiano, ci aiutava come poteva cercando di trasmetterci il suo entusiasmo ma con troppe ansie.

Finalmente arriva fra Giuseppe Lanzellotti, una forza della natura, un vulcano pieno di idee ed iniziative sempre sotto la guida dell'amore di Cristo, ma i suoi piedi erano troppo agitati per una realtà come la nostra, fremeva di missione, di sacrificio e di terre lontane; anche lui dopo pochi mesi ci lascia.

Ed è proprio in questo momento che ci prepariamo al capitolo, purtroppo deleterio è stato questo porto di mare di frati che vanno e vengono, non abbiamo più l'amore incondizionato di Dio come punto di riferimento, non c'è più la carità di San Francesco: sono stati sostituiti da pettegolezzi, incomprensioni e malelingue che non fanno altro che ostacolare l'opera dello Spirito Santo.

Abbiamo un nuovo consiglio: Elisabetta, Enrica, Jacopo, Marta, Francesco e Salvatore. Coinvolti dall'entusiasmo iniziale e cercando di abbattere le distanze fisiche e non, decidiamo di iniziare un nuovo cammino in attesa del nuovo assistente fra Michele.

Nel frattempo io, nonostante le mie stesse grandi aspettative, cado nello sconforto perchè non riconosco più i miei fratelli, non mi sento accolta e ben voluta nonostante fossi la presidente. La metà esatta della mia fraternità non mi riconosce, non solo nel ruolo che ricoprivo ma anche come gifrina.

Io, che sin da bambina ho sempre immaginato la gifra come un'oasi di pace all'interno della quale ognuno può essere se stesso senza vergogna e maschere ma solo puro ed incondizionato amore, in quel momento rappresento una fraternità che non mi accetta. Solo i consigli di fra Michele, le parole di Laura, le lunghe conversazioni con Chiara e con Rosaria, i rassicuranti abbracci del mio Cristiano e le preghiere incessanti della nostra Paola mi fanno capire che nei prossimi due anni non avrei mai permesso a nessuno che qualcuno della mia gifra si sentisse come me in quel momento, nessuno avrebbe dovuto sentirsi non accolto dalla sua stessa fraternità.  

É con questo spirito che ho cercato di guidarvi in questi due anni: come nella mia famiglia io mi sento in dovere di mantenerla unita e salda, trasmettendo l'aria di casa e cercando di curare tutte le relazioni (forse perché sono la più grande o forse perchè sono figlia di mio padre e dei miei nonni); così nella mia fraternità ogni singolo pezzo di puzzle deve sentirsi parte integrante e attiva, perché "É più bello insieme!".

Nonostante la lontananza fisica di Francesco e Salvatore, i troppi impegni di Laura e Carmelo e l’ultimo anno di liceo, con tutte le sue difficoltà, di Enrica e Jacopo, con fra Michele diamo vita a tante bellissime attività che hanno come centro l'essenziale e la semplicità del Serafico Padre: dalla prima edizione dell'oratorio (in cui tutti gli adolescenti hanno finalmente espresso la loro bellezza), alla novena serale, itinerante e per giovani di San Francesco;

assistiamo ad un'ordinazione sacerdotale, in cui per la prima volta il nostro assistente si mostra debole e fragile come noi; ci svegliamo per nove giorni prima del Natale con i suoni degli zampogne che ci ricordano di andare a messa; ospitiamo per la prima volta gli araldini di Puglia qua a Scorrano e questo ci mette in seria difficoltà perché apriamo gli occhi davanti ai nostri limiti;

viviamo dei momenti indimenticabili e di vera fede con i nostri amici e fratelli dell'azione cattolica, con cui abbiamo sempre avuto un rapporto particolare; impariamo l'importanza di ogni singolo momento della messa, la necessità di inginocchiarci davanti a Gesù e ad aprire il cuore alle sue Parole; tocchiamo con mano la tossicodipendenza a Gemini, riflettendo su quanto l'uomo può cadere in basso senza l'aiuto di Dio;

festeggiamo il compleanno di Massimo, un ragazzo nostro coetaneo costretto a letto 24 ore per un errore umano e l'amore incondizionato della sua mamma; piangiamo davanti alla felicità degli araldini per il solo fatto di stare con loro e infine ci rattristiamo sull'altro ennesimo saluto del nostro assistente.

Arriviamo infine a quest'ultimo anno, particolarissimo ma così sottilmente felice. La tristezza ci pervade ancora di più quando altri due membri del consiglio: i miei tanto amati Enrica e Jacopo, partono per l'università e a loro si aggiungono altri gifrini costretti anch'essi all'esodo, altri ancora ci lasciano perchè non riescono più a trovare il clima fraterno che da sempre ci caratterizza.

Ma una ventata di novità: padre Antonio ci risolleva un po' il morale. Avevamo sentito tanto parlare di lui, nel bene e nel male, ma non abbiamo voluto farci condizionare da niente e da nessuno: ci siamo totalmente affidati a lui e alle sue nuove idee. Per la prima volta nella storia riusciamo ad organizzare il 4 ottobre, giorno di San Francesco, un pranzo con i poveri del paese, per confermare alle nostre incertezze che la povertà non bisogna cercarla lontano ma basta attraversare la strada;

affrontiamo tante ma tantissime difficoltà nello scambio di idee con l'assistente, che purtroppo non riesce a capire quanto per noi sia importante far parte di quel gruppo, essere fratelli oltre che giovani francescani. Piangiamo, ci innervosiamo, litighiamo, ma cerchiamo sempre davanti a tutti gli altri gifrini di non far capire nulla; con nostra grande sorpresa siete proprio voi a rendervi conto di tutto questo e a farci capire che nonostante tutto, voi ci sareste stati: andava salvata la nostra gifra e così è stato.

Siamo rinati più forti di prima, abbiamo capito che la fraternità è la nostra caratteristica più bella, abbiamo imparato ad accettarci gli uni con gli altri nonostante i difetti, abbiamo riscoperto il valore della preghiera comunitaria. Testimone di tutto questo Alessano, dove grazie all'accoglienza e al rassicurante sorriso di fra Fra, capiamo quanto ci teniamo a questa fantastica storia che è la gifra.

Grazie Enrica, per i tuoi silenzi, i tuoi sorrisi e la tua gentilezza, grazie perchè rimarrai sempre la mia piccola vice Fiocco. Grazie Jacopo, per i tuoi saggi consigli, per i tuoi sguardi complici e per la tua amicizia. Grazie Marta, per il tuo entusiasmo, per i tuoi pianti, per il tuo affetto. Grazie Sally, per il tuo tesoro ritrovato. Grazie Checco, per ogni tuo insegnamento, per le grasse risate fatte. Grazie Carmelo, per i tuoi sorrisi e preziosi consigli.

Grazie Chiara, semplicemente perché sei la mia parte migliore, la mia ‘ratio’, la mia metà mancante. Grazie Obbe, amico mio, per la tua galanteria, per la tua amicizia, per il tuo continuo servizio. Grazie Francesca, per la tua musica e per le tue lacrime nei momenti di difficoltà, che però ti hanno fatto crescere. Grazie Margherita, per le tue domande e la tua curiosità, per il tuo sguardo sempre alla ricerca di qualcosa. Grazie Mary Angel, per la tua fede così profonda, il tuo amore perfetto per noi e la tua sensibilità.

Grazie Giuseppe, per le tue idee artistiche e la tua disponibilità. Grazie Francesco, per la tua educazione e la tua fiducia, nonostante i dubbi. Grazie Annagrazia, per la tua risata e la tua generosità. Grazie Salvatore, per la tua formazione, il tuo sostegno e la tua forza fisica. Grazie Giorgia, per la tua incertezza e per la tua presenza. Grazie Claudia, per le tue mani di fata, per la tua simpatia, per la tua disponibilità.

Grazie Martina, per i tuoi sorrisi, per il tuo essere una vera francescana, per la tua umiltà. Grazie Marika, per la tua timidezza e per il tuo affetto che ti tiene legata a noi. Grazie Kika, per aver riaperto il tuo cuore alla gifra, per averti e averci dato un'altra possibilità. Grazie Donatella, per la tua disponibilità e profonda fede. Grazie Maria Rosaria per il tuo sorriso, per il tuo servizio con gli araldini e il tuo entusiasmo nonostante la distanza.

Grazie Miriam, per la tua animazione, per la tua sincerità e per il tuo affetto con i bambini. Grazie Daniele, per la fiducia che ci hai dimostrato e la tua fede così salda. Grazie Mattia, per la tua simpatia e la tua ingenua adolescenza. Grazie Gianluca, per la tua educazione e disponibilità. Grazie Elisa, per il tuo entusiasmo, per la tua solarità e voglia di fare. Grazie Alessandra, perchè ci hai dato la possibilità di "non mollarti" lasciando aperta la porta del cuore.

Grazie Alfredo, per la tua gentilezza e la tua voglia di scherzare. Grazie Cristiano, per il tuo entusiasmo, per il tuo essere animatore, per il tuo sorriso e i tuoi occhietti. Grazie Maura, per il tuo essere riflessiva, per i tuoi disegni, per la tua vena artistica. Grazie Etta, per il profondo affetto che da sempre ti lega a noi e per la tua costanza nonostante la distanza. Grazie Grazia, per la tua dolcezza e i tuoi sorrisi. Grazie Gaia, per la tua riservatezza in questi pochi mesi.
Grazie Laura, perchè sei la colonna portante di tutti noi.

Trentasette volte grazie Cristian, per il tuo servizio sempre gioioso e ben accetto a questa nostra fraternità. Trentasette volte grazie a Paola, perché ci hai sempre difeso nonostante i nostri evidenti sbagli e ci hai insegnato la forza della preghiera e ci hai aperto i cuori all'amore di Gesù e Maria.

Trentasette volte grazie a tutti i terziari, che sempre in ogni momento di sconforto, in ogni gioia voi ci siete stati sostenendoci in tutti i modi, rimproverandoci come ogni genitore e consigliandoci come solo voi sapete fare. Trentasette volte grazie a tutti gli araldini e alle loro famiglie, perché anche davanti alle difficoltà non ci hanno fatto mancare il loro appoggio e il loro affetto. Grazie per la fiducia che ci date affidandoci i vostri gioielli più importanti, senza di loro non so come avremmo fatto.

Trentasette volte grazie a fra Sabino, fra Giuseppe, fra Michele, fra Antonio, fra Francesco, fra Vittorio, fra Paolo, fra Angelo e fra Arcangelo per tutti gli insegnamenti, per tutti i rimproveri, per tutti i buoni consigli, che in un modo o nell'altro ci avete lasciato in questi anni.

Ed ora siamo pronti ad iniziare una nuova esperienza, più carichi che mai, con lo sguardo rivolto verso Dio, la Chiesa come madre, i poveri e gli ultimi come fratelli, con una nuova consapevolezza: "E' più bello insieme!"
Coraggio, alzatevi! Gesù vi chiama.

Con amore.
La vostra president
e Elisabetta Rausa